Archeologia maceratese

PRESENTAZIONE
L’archeologia a Macerata Campania…!!
Si caro lettore la nostra Macerata è stata, nel corso dei secoli XVII – XVIII – XIX, un sito archeologico di un certo valore artistico – storico per i numerosi reperti rinvenuti nel territorio di pertinenza maceratese. E non poteva essere altrimenti considerato quanto finora scritto sia in riferimento al sito e sia in riferimento alla “antichità” della sua origine.
Nei precedenti capitoli noi ne avevamo ipotizzato la «localizzazione» presso la Porta Atellana (che abbiamo visto certificata da altri autori in prossimità delle «cinque vie in zona Cappella della Madonna delle Grazie». Nelle diverse epoche storiche, che caratterizzarono gli usi e costumi di Capua antica (attuale S. Maria Capua Vetere) il culto dei morti ebbe diverse connotazioni espressive nell’arte funeraria, nelle liturgie, nei riti di tumulazioni dei cadaveri influenzate tutte dalle varie civiltà che condizionarono e modificarono nel corso dei secoli la civiltà capuana. Ma in tutto questo processo di sovrapposizioni di civiltà, fatta di arte, di religioni, di razze, di storia diverse, una particolarità del culto dei morti fu comune a tutte: l’epigrafia funeraria.
Ad un certo punto delle nostre ricerche, tese a trovare le giustificazioni e i riscontri storici a quanto era già a noi noto sin dai nostri studi universitari sulla comunità e le origini della attuale Macerata Campania, ci siamo imbattuti in un manoscritto anonimo ed inedito (che riportiamo anche in appendice e più avanti) che descrive, quasi verbalizzando, la scoperta di un sepolcro in territorio maceratese nel 1754. (Di questo manoscritto parleremo a parte perché è necessario renderlo leggibile per studiarlo a fondo, o meglio, chiedere a qualche docente universitario di Epigrafia di usarci la cortesia di renderlo «accessibile» alla nostra modesta capacità di “comprendere” i reperti archeologici in esso descritti).
Ovviamente questo episodio (la lettura del manoscritto) ha sollecitato la nostra curiosità e, convinti di quanto poteva essere utile al nostro tentativo di dare una, quanto più veritiera, lettura storica della nostra Macerata, abbiamo cominciato a fare una ricerca più ragionata e estesa a più autori di archeologia, specie a quelli richiamati nelle note e nei riferimenti dell’autore che stavamo leggendo.
Il manoscritto, inedito ed anonimo, composto da 19 pagine, scritte in una grafia minuta e in caratteri grafici in uso tra persone di cultura del XVIII secolo, risulta non facilmente leggibile. Noi abbiamo, qui di seguito, riportato tre facciate delle 38 di cui si compone il manoscritto, per sottoporle all’attenzione e alla curiosità  del lettore. Abbiamo sottolinetao i punti relativi al sito di rinvenimento, all’anno e al tipo di reperto, onde facilitarne la lettura.

manoscritto

manoscritto

manoscritto 

Molti sono stati i testi consultati alla ricerca di indicazioni e riferimenti che ci portassero ad acquisire riscontri documentali, almeno, della presenza di reperti archeologici di provenienza maceratese.
Lo scopo era quello di reperire notizie, riscontrarle con autori coevi a quelli che riportavano le notizie dei rinvenimenti archeologici, fotografarli (o disegnarli) e riportarli in questo lavoro per offrirlo all’attenzione dei lettori.
Noi non eravamo convinti di riuscire a raggiungere questo scopo perché non vi era (prima d’ora) memoria di alcun reperto e/o rinvenimento di antico. Almeno in via ufficiale (né in Comune, né in Chiesa, né tra le persone colte e anziane, né da parte di qualche studioso locale. Soltanto qualche accenno in via ufficiosa nei bar o in qualche circolo o per strada nei crocchi di persone. Ma nella ufficialità niente! Nel corso di questi ultimi mesi di letture fatte in preparazione di questo, lavoro, abbiamo fatto delle considerazioni sull’argomento! Abbiamo appreso che l’area archeologica di Capua e dintorni (attuale S. Maria Capua Vetere e dintorni) fu “virtualmente” sezionata dagli studiosi in quattro settori: il settore di nord-est, il settore di nord-ovest, il settore di sud-est, il settore di sud ovest, , identificabili nella cartina disegno allegata e da noi predisposta.

 cartina

Il centro di tali quattro settori veniva quasi a coincidere con l’edificio “FORUM populi” . Molti e ricchi di reperti, sono stati i ritrovamenti di abitazioni, tombe, luoghi votivi sia nei settori di nord-ovest e nord-est (che possiamo far coincidere con la zona posta a nord dell’attuale asse stradale che divide l’attuale Santa Maria Capua Vetere in direzione ovest-est Arco di Adriano – Porta Albana), sia nei settori di sud-ovest e di sud-est. Questi ultimi due settori possiamo identificarli con la zona posta a sud dell’attuale strada ferrata che collega Santa Maria Capua Vetere a Caserta. Sono divisi da una linea verticale virtuale che possiamo far coincidere con il «decumano», rappresentato dalla direttiva VIA CONSOLARE – VIA TIFATINA; mentre i quattro settori erano divisi in senso orizzontale dal «cardo», rappresentato dalla direttiva VIA APPIA (da “casilinum = attuale Capua”) – VIA APPIA (Porta Albana).
Questa suddivisione aveva degli scopi ben precisi e non ultimo la catalogazione necessario per lo studio obiettivo dei reperti.
Nel settore di sud-est (il settore sud orientale) oggetto di queste nostre considerazioni sono compresi la “terra lanei” attuale territorio di S. Andrea dei lagni o territorio della Porta Cumana, il territorio della Porta Atellana/compresa l’attuale nostra Macerata), il territorio a sud dell’attuale Via Appia, di Curti, Casapulla, S. Prisco, Casagiove e poi Recale, Capodrise, Marcianise e Portico. A tutti è nota la dovizia dei ritrovamenti nei territori facenti parte dell’area sud-orientale nel passato e nel presente… ma non vi era traccia alcuna di ritrovamenti nel territorio maceratese! Da qui, e partendo dalla lettura del «CONTRIBUTO… ALLA LETTURA STORICA DELL’AREA SUD ORIENTALE…», fermo restando la nostra consapevolezza di non avere la «presunzione» d’essere un docente di epigrafia o un esperto epigrafo o avere studiato come han fatto tanti illustri e competenti personalità le epigrafi del Pratilli. Ci siamo solo curati di riscontrarne la verità nel Momsen. Nel tentativo, quindi, di interpretazione e traduzione, ovviamente relative alla nostra interpretazione delle epigrafi stesse, ci siamo avvalsi della nostra conoscenza liceale prima ed universitaria poi della lingua latina.
Un discorso a parte va fatto con il Prof. Palmieri Raffaele per la “sua” seguente epigrafe (CIL, X, 3920 = ILS6307), che riportiamo integralmente.
Lungi da noi l’idea di entrare, data la nostra incompetenza specifica, nel merito della valutazione storica/epigrafica oppure della catalogazione artistica e letteraria delle dette epigrafi.
Vogliamo, però, e nessuno ce lo può impedire, tentare di «integrarle» per poi tradurle affinché  i nostri lettori maceratesi possano comprenderne il significato letterale.
Eccole! Da «Della via Appia riconosciuta e descritta» del Pratilli:
«… Dalla porta Atellana usciva certamente quella via, che ad Atella per diritto fentiero menava, e di là pofcia a Napoli. Cominciava ella preffo le cinque vie della cappella della B. Vergine delle grazie, che chiamano di Macerata, conducendo a deftra del fuddetto villaggio, in cui varie felci di quefta via fi ravvifano, e molte antiche inferizioni, quali fono le feguenti:

COD. CAT. MOMSEN
«CORPUS INSCR…»

481* = [556*] ok pag. 24 del CORPUS             
L
P. LICINIO P. L P……………..SIBI ET.. CI… ARI… P…………N……….

3997 = [534*] ok pag. 401
II
ALEXSA CONL ………V………

498* = [574*] ok. pag. 24 extra Capuam ad Atellanam viam
IIII
SATRIAE ???????L. DA
NAINIS MATRIS
VIVIT

4714* = [541*] ok pag. 23
IV
DIS MAN SAC P. AVRELIVS TAVRVS CLAUDIAE PRIS CAE CONIVGI BENEMERENTI FEC

REPERTO: EPIGRAFE (I)
481* [556*] pag. 24: NUMERO DI CODICE ASSEGNATO DA MOMMSEN NEL SUO CATALOGO «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM», DEL 1888, AL REPERTO MARMOREO RINVENUTO IL NEL SETTORE SUD-ORIENTALE –ZONA “MADONNA DELLE GRAZIE” DI MACERATA/

  1. «P. LICINIO P.L
  2. P……………SIBI
  3. E... CI… ARI…
  4. P……..N………»






REFERTO DEL RINVENIMENTO – “…Cominciava “ella” (la via Atellana) presso le cinque vie della Cappella della B. Vergine delle Grazie, che chiamano “di Macerata, conducendo… e molte antiche iscrizioni, quali sono le seguenti…” (FR. MARIA PRATILLI)
RISCONTRI - «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINORUM», pag. 24 (MOMMSENL THEODOR), che non ne riporta la traduzione. La consultazione del testo del Palmieri R. «Catalogo delle iscrizioni che sono al Museo Campano di Capua» ha avuto lo stesso esito negativo, per quanto concerne la traduzione.
COMMENTI: è certa anche la data del rinvenimento e la localizzazione perché il Pratilli ne fa fede. Si dovrebbe trovare presso il Museo Provinciale Campano di Capua.

IPOTESI DI INTEGRAZIONE DEL TESTO INCOMPLETO IN LINGUA LATINA

  1. PUBLIO-Publio -PUBLIO
  2. LICINIO-Licinio -LICINIO
  3. P.LAUTIO-P.Lautio -P.LAUTIO
  4. POSUERE + PAEDAGOGO) -POSUERUNT
  5. SIBI - SIBI -SIBI
  6. ET SI - ET si -ETSI
  7. CIRCA-Circa -CIRCA
  8. ARISTO-Aristo[mio?] -ARISTO
  9. PUBLIUS-Pomit -PUBLIO
  10. NUMMUS-NUMINE -NUMINE

TRADUZIONE FATTA SULL’IPOTESI DI TESTO INTEGRATO
I. I «A Publio Licinio Plautio posero per lui e anche per i familiari Pristone, Publio e Nummo»
II. «A Publio Licinio Plautio, pedagogo, per lui e anche per i familiari Aristone pose per volere divino»
III. «A Publio Licinio Plautio posero, per lui e anche per i familiari Aristone e Publio per grazia divina»

REPERTO: EPIGRAFE (II)
3997 [534*] pag.401: NUMERO DI CODICE ASSEGNATO DA MOMMSEN NEL SUO CATALOGO «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM», DEL 1888, AL REPERTO MARMOREO RINVENUTO IL NEL SETTORE SUD – ORIENTALE – ZONA “MADONNA DELLE GRAZIE” DI MACERATA: extra Capuam ad viam ATELLANAM» (F.M. PRATILLI)

ALEXSA CONL
…V…

REPERTO DEL RINVENIMENTO - Dal Pratlili è certificato essere stata rinvenuta anch’esso in zona Cappella della B. Vergine delle Grazie, che chiamano di Macerata
RISCONTRI – Theodor MOMMSEN: “ad n. 3997 pro «MAURATA» scribendum esse «MACERATA», observit Kieper” NE CERTIFICA la localizzazione e la ritiene “giusta”
COMMENTO: appare scarna ed incompleta; difficile da integrare e quindi, da comprendere.

IPOTESI DI INTEGRAZIONE DEL TESTO INCOMPLETO IN LINGUA LATINA

  1. ALEXSA  ALEXSA
  2. CONiunx   CONLigata (COLLIGATA)
  3. Lucii  Lucio
  4. CLAVDI  CLAVDIO
  5.  
  6.  
  7.  
  8.  
  9.  

TRADUZIONE FATTA SULL’IPOTESI DI TESTO INTEGRATO
I. Alessia, moglie di Lucio Claudio
II. Alessia legata (per sempre) a Lucio Claudio

REPERTO: EPIGRAFE (III)
498 = [574*] pag. 23:    NUMERO DI CODICE ASSEGNATO DA MOMMSEN NEL SUO CATALOGO «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM», DEL 1888, AL REPERTO MARMOREO RINVENUTO IL NEL SETTORE SUD – ORIENTALE – ZONA “MADONNA DELLE GRAZIE” DI MACERATA. TESTO SU MARMO/TUFO:

«SATRIAE OL. DA
NAINIS MATRIS
VIVIT»

REFERTO DEL RINVENIMENTO - «cetra Capuam ad viam Atellanam (F.M. Pratilli) - «in MAURATA (Macerata!) reperita» (Mazzocchi THEODOR MOMMSEN la cataloga nel suo «Corpu inscrip latino»
RISCONTRI – MAZZOCCHI - «in Maurata (Macerata!) reperitii MOMMSEN Theodor la cataloga nel suo «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM e la ascrive al Pratilli  (come ritrovamento)
COMMENTI – Il verbo vivit (indicativo presente) fa presumere che sia stata la stessa Satria a predisporsi l’urna con l’epigrafe mentre era ancora in vita

PRIMA IPOTESI DI INTEGRAZIONE DEL TESTO INCOMPLETO IN LINGUA LATINA

  1. SATRIAE
  2. OL = Mulier libertae
  3. DANAINIS =
  4. MATRIS
  5.  VIVIT**
  6.  
  7.  
  8.  
  9.  

TRADUZIONE FATTA SULL’IPOTESI DI TESTO INTEGRATO
A Satria donna libera  greca di madre. vive

** Quando le epigrafi si chiudevano con VIVIT, VIVUNT significava che la tomba e la relativa epigrafe erano state costruite dalla persona mentre era ancora in vita.

 REPERTO: EPIGRAFE (IV)
471* [541*] pag. 23: NUMERO DI CODICE ASSEGNATO DA MOMMSEN NEL SUO «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM», DEL 1888, AL REPERTO MARMOREO RINVENUTO IL NEL SETTORE SUD – ORIENTALE – ZONA “MADONNA DELLE GRAZIE” DI MACERATA. TESTO SU MARMO/TUFO:

  1. «DIS. MAN. SAC
  2. .P. AURELIUS
  3. TAURUS
  4. CLAUDIAE PRIS
  5. CAE CONIUGI
  6. BENEMERITI
  7. FEC.
  8.  
  9.  
  10.  

REFERTO DEL RINVENIMENTO – Rinvenuta come le prime tre in tenimento di Macerata Campania.
RISCONTRI – Il MOMMSEN ne certifica la provenienza dal Pratilli e, quindi, dalla zona sud – orientale
COMMENTI – Dovrebbe trovarsi al Museo Provinciale di Capua in buone condizioni!

IPOTESI DI INTEGRAZIONE DEL TESTO INCOMPLETO IN LINGUA LATINA

  1. DIS
  2. MANibus
  3. SAcradum
  4. P. AURELIUS
  5. TAURUS
  6. CLAUDIAE
  7. PRASCAE
  8. CONIUGI
  9. BENEMERITI
  10. FECIT

TRADUZIONE FATTA SULL’IPOTESI DI TESTO INTEGRATO
Agli dei inferi consacrando Publio Aurelio Tauro a Claudia Prisca moglie fedele dedicò.

Continuando da pagina 336 del testo «Della via Appia…» di F.M. Pratilli, al libro III, capo III: «…Di là passava ella a traverso de’ due nostri villaggi a Casalba, e di Portico, di che son chiaro indizio le molte selci, che fono sparse in ambedue; e di là ancora di Portico, ove ad un campo è rimaso il nome della selice. In questo medesimo villaggio, io ne riconobbi le vestigie sotterra nell’anno 1732, poc’oltra di un antico podere di mia famiglia; nel qual podere fu gli anni addietro scavata una picciola urna di bianco marmo col suo coverchio, diligentemente, e dilicatamente intagliato, che presso me si conserva, e in essa la seguente inscrizione

D. M.
NOVI HERMIAE
EVANTHIANVS
PATRI PIISSIMO
FECIT

REPERTO: EPIGRAFE (V)
485 [564*] pag. 24: NUMERO DI CODICE ASSEGNATO DA MOMMSEN NEL SUO CATALOGO «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM», DEL 1888, AL REPERTO MARMOREO RINVENUTO IL NEL SETTORE SUD – ORIENTALE – ZONA” Casalba/Portico DI MACERATA. TESTO/TUFO:

  1. «D.M.»
  2. NOVI HERMIAE
  3. EVANTHIANUS
  4. PATRI PIISSIMO
  5. FECIT
  6.    
  7.    
  8.    
  9.    

REFERTO DEL RINVENIMENTO - «extra Capuam in via Atellana (zona sud – orientale, quindi)
RISCONTRI – Il MOMMSEN la cataloga per certa e la dice donata al Museo dal Pratilli
COMMENTI: Si tratta di un’urna marmoreo finemente scolpita che dovrebbe trovarsi presso il Museo Provinciale di Capua

IPOTESI DI INTEGRAZIONE DEL TESO INCOMPLETO IN LINGUA LATINA

  1. Dis
  2. Manibus (S?)
  3. NOVI?
  4. HERMIAE?
  5. PATRI PIISSIMO
  6. FECIT
  7.   
  8.   
  9.   

TRADUZIONE FATTA SULL’IPOTESI DI TESTO INTEGRATO
Agli dei inferi (consacrando?) di nuovi fusti (marmorei/di statua) al padre devotissimo fece dono.

E ancora, sempre al libro III – capo III de «la via Appia…» del Pratilli: «… Nel villaggio altresì di Casalba in un antico cemento infranto fi fa memoria della famiglia Nesennia così…:

……… NASENNI LIB……
D.L.SV…….

REPERTO: EPIGRAFE (VI)
484* [560*] pag. 24: NUMERO DI CODICE ASSEGNATO DA MOMMSEN NEL SUO CATALOGO «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM», DEL 1888, AL REPERTO MARMOREO RINVENUTO IL NEL SETTORE SUD – ORIENTALE – ZONA Casalba DI MACERATA. TESTO SU MARMO/TUFO:

…….. NASENNI LIB…….
O.L.SV…….

REFERTO DEL RINVENIMENTO – Durante lavori di ristrutturazione e di scavo fu rinvenuta per caso fortuito
RISCONTRI – Il MOMMSEN la cataloga e la certifica
COMMENTI – Non avevamo mai avuto notizia di ritrovamenti archeologici in Casalba

IPOTESI DI INTEGRAZIONE DEL TESTO INCOMPLETO IN LINGUA LATINA

  1. Divo
  2. NASENNI
  3. LIBerta
  4. O. Licia
  5. SVffecit
  6.    
  7.   
  8.    
  9.  

TRADUZIONE FATTA SULL’IPOTESI DI TESTO INTEGRATO
Al divo Nasenno la liberta Gaia Licia offrì.

EPIGRAFE VII
E, infine, un riferimento a un “cognome” maceratese:
«…E preffo la cafa de’ Mattei in un muro, una inferizione affai nobile, ma mozza, e poco intelligibile…:

………………………
……VNTAM PARTEM AVR. PRIMA….
……..IVNCTIONEM PRO CIVIB. LIBER..
…NIT EIVS INSIGNIB. MERITIS
….REG. PVTEOL. STATVAM POS

REPERTO: EPIGRAFE (VII)
509 [585*]: NUMERO DI CODICE ASSEGNATO DA MOMMSEN NEL SUO CATALOGO «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM», DEL 1888, AL REPERTO MARMOREO RINVENUTO IL NEL SETTORE SUD – ORIENTALE – ZONA “CASALBA” DI MACERATA. TESTO SU MARMO/TUFO:

«..................................................................
………UNTAM PARTEM AUR. PRIMA…..
………TUNCTIONEM PRO CIVIB. LIBER.
………NIT EIUS INSIGNIB. MERITIS
………REG. PUTEOL. STATUAM POS.»

REFERTO DEL RINVENIMENTO – Reperto Casalba extra Capuam in via Atellana, prope aedes de’ Mattei»
RISCONTRI – Il MOMMSEN la cataloga come giacente al Museo Provinciale di Capua
COMMENTI – Siamo d’accordo con il Pratilli quando la definisce mozza  e poco intelligibile.

IPOTESI DI INTEGRAZIONE DEL TESTO INCOMPLETO IN LINGUA LATINA

  1. DIS MANIBUS SACRAM
  2.  ……UNTAM PARTEM AUR
  3. PRIMANAM SUAM IUNCTIONEM
  4. PRO CIVIBUS LIBERIS
  5. EVENIT EIUS INSIGNIBUS
  6. MERITIS… REG. PUTEOL.
  7. STATUAM POSUERE»
  8.  
  9.  

TRADUZIONE FATTA SULL’IPOTESI DI TESTO INTEGRATO:
Consacrata agli Dei Inferi…. Parte di Aurelio per la sua sollecita adesione a favore degli uomini liberi si distinse per i suoi insigni meriti, i Puteolani una statua posero.

A queste epigrafi del Pratilli, da noi interpretate, integrate e tradotte, dobbiamo aggiungerne altre tre non riportate dal Pratilli, ma da noi rinvenute nel «Corpus inscriptionum» del Mommsen durante la nostra lettura di riscontro alle 7 epigrafi del Pratilli.
Delle prime due una è catalogata a pag. 403 con il n. 4022 del suo «Corpus inscriptionum latinarum» e la certifica repertata il «25 Juli 1868… extra Sanctam Maria Capuae Veteris», dietro la Cap(p)ella di S. Madonna delle Grazie, detta di Macerata.
Mentre la seconda è catalogata al n° 4054 del suddetto «Corpus…» e la dice repertata in località “alli chingari” come del «relata (del) Mazochius Alexius Simmacus in folio scripto mamu sua».
La terza, invece, catalogata al n° 6942, non vi è il riferimento preciso del luogo di reperimento, ma la dice ritrovata presso S. Andrea (zona sud – orientale) e noi «osiamo» pensarla ritrovata ad ovest della nostra “acqualonga”. Certo di fare cosa gradita sottoponiamo all’attenzione del lettore anche queste tre epigrafi:

REPERTO: EPIGRAFE (IX) = da noi ritrovata durante la lettura del «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM»di THEODORO MOMMSEN
4022 [ ]: NUMERO DI COPIE ASSEGNATO DA MOMMSEN NEL SUO CATALOGO «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM», DEL 188, AL REPERTO MARMOREO RINVENUTO IL 25 Juli 1868 NEL SETTORE SUD – ORIENTALE – ZONA “MADONNA DELLE GRAZIE” DI MACERATA. TESTO SU MARMO/TUFO:
«HIC SITA EST ASTERIA INFELICISSIMA SPONSO TRADITA PVELLA QUAE VIXIT ANNIS XXVIII MENSIBUS TRIBUS DIEBUS XVII LINQUE IAM PIRE MARITE LACRIMAS QUONIAM ME TIBI TULLIT GENESIS INIQUA ET P M NIHIL»

REFERTO DEL RINVENIMENTO – extra Sanctam Mariam Capuae Veteris»… dietro la Capella di S. Madonna delle Grazie, detta di Macerata.
RISCONTRI-COMMENTO – Valido riscontro documentale di epoca anteriore al MOMMSEN che verbalizza il ritrovamento di una ricca necropoli nella zona “alli chingari” (settore sud – orientale) è l’autore anonimo del manoscritto/verbale (conservato nel Museo Provinciale Campano con la collocazione – b 473-) che dà la datazione 1754 al rinvenimento del sepolcro.

Questa epigrafe è stata da noi riscontrata anche nel testo di Michele Ruggiero «Scavi di Antichità nelle province di Terraferma dell’Antico Regno di Napoli dal 1743 al 1876» alle pagine 359 e seguenti.

IPOTESI DI INTEGRAZIONE DEL TESTO INCOMPLETO IN LINGUA LATINA

  1. (C.M.F.) Clarissimae memeriae femina
  2. HIC SITA EST ASTERIA INFELICISSIMA SPONSO
  3. TRADITA PUELLA QUAE VIXIT ANNIS XXVIII
  4. MENSIBUS TRIBUS DIEBUS XVII LINQUE
  5. IAM PIRE MARITE IACRIMAS Quoniam
  6. ME TIBI TULLIT GENESIS INIQUA ET
  7. P.M.NIHIL
  8.    
  9.    

TRADUZIONE FATTA SULL’IPOTESI DI TESTO INTEGRATO
Donna di chiarissima fama. Qui è posta Asteria, giovane sposa, abbandonata dallo sposo, che visse ventinove anni, tre mesi, diciassette giorni. Abbandonati ora pienamente e aggiungi lacrime ora che la sorte crudele ha tolto lei a me e a te. Dopo la morte il nulla.

REPERTO: EPIGRAFE (X)
4054 [ ]: NUMERO DI CODICE ASSEGNATO DA MOMMSEN NEL SUO CATALOGO «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM», DEL 1888, AL REPERTO MARMOREO RINVENTO IL         NEL SETTORE SUD – ORIENTALE – ZONA “MADONNA DELLE GRAZIE” DI MACERATA. TESTO SU MARMO/TUFO: in località “alli chingari” di S. Andrea de Lagni e forse a ovest della zona delle 5 vie

D.M.S.
L. CALPURNIO
RUFINO VIXIT
A N VIIII M II

REFERTO DEL RINVENIMENTO – Mazachius Alexius Simmacus ne certifica il rinvenimento «in folio scripto manu sua» dice il Mommsen
RISCONTRI – Il riscontro documentale della scoperta di questa epigrafe ci è dato, forse, dalle indicazioni descrittive del luogo di rinvenimento e dei reperti contenuti nella tomba che l’ANONIMO indica nel manoscritto inedito (ved. Nota precedente)
COMMENTI – E’ un’epigrafe incompleta! Se è vero che Alessio Simmaco Mazzocchi (la cui opera approfondiremo) ha redatto il verbale e certificato il rinvenimento, come afferma Theodor Mommsen nel suo «Corpus inscriptionum Latinarum», «in folio scriptu manu sua», niente ci impedisce finora di pensare che il manoscritto e inedito sia proprio opera di Alessio Simmaco Mazzocchi. Faremo ricerche.

IPOTESI DI INTEGRAZIONE DEL TESTO INCOMPLETO IN LINGUA LATINA

  1. DIS
  2. MANIBUS
  3. SACRA(DUM)(ATUM)
  4. LUCIO
  5. CALPURNIO
  6. RUFINO
  7. qui) VIXIT
  8. An Nis VIIII
  9. Mensibus duobus
  10. ? ?

TRADUZIONE FATTA SULL’IPOTESI DI TESTO INTEGRATO
Agli dei inferi consacrando (ato) (e) a Lucio Calpurnio (che) visse nove anni e due mesi…

EPIGRAFE XI
6942 [ ]: NUMERO DI CODICE ASSEGNATO DA MOMMSEN NEL SUO CATALOGO «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM», DEL 1888, AL REPERTO MARMOREO RINVENUTO IL NEL SETTORE SUD – ORIENTALE PROBABILMENTE ZONA “MADONNA DELLE GRAZIE” DI MACERATA. TESTO SU MARMO/TUFO:

  1. SENATUS
  2. POPULLISQUE
  3. ROMANUS
  4.   
  5.   

  6.   


REFERTO DEL RINVENIMENTO – in quodam tareti lapide in quadam columna ad Sanctum Andream addi RED.
RISCONTRI
COMMENTI

IPOTESI DI INTEGRAZIONE DEL TESTO INCOMPLETO IN LINGUA LATINA
Formula , chiara e completa, di origine burocratica e di facile comprensione e traduzione.

INTEGRAZIONE IMPOSSIBILE



  1.  
  2.   





TRADUZIONE FATTA SULL’IPOTESI DI TESTO INTEGRATO

IL SENATO
E IL POPOLO
ROMANO

Continuando nella lettura di testi di riferimento all’argomento «Archeologia, tra quelli del chiarissimo Prof. Palmieri Raffaele, (nostro concittadino, nipote del defunto parroco di S. Marcello di Caturano Don Antimo Palmieri), mi sono imbattuto in un’altra epigrafe, riportata nel suo «Catalogo delle iscrizioni che si trovano nel Museo Campano di Capua», che mi sono permesso, (sempre con l’animo disposto come detto avanti) di integrare e tradurre. È l’epigrafe VIII, che riporto:

REPERTO: EPIGRAFE (VIII) da: PALMIERI RAFFAELE «CATALOGO DELLE ISCRIZIONI CHE SI TROVANO AL MUSEO CAMPANO»
[ ] pag. 62: NUMERO DI CODICE ASSEGNATO DA MOMMSEN NEL SUO CATALOGO «CORPUS INSCRIPTIONUM LATINARUM», DEL 1888, AL REPERTO MARMOREO RINVENUTO IL NEL SETTORE SUD – ORIENTALE – ZONA “MADONNA DELLE GRAZIE” DI MACERATA. TESTO SU MARMO/TUFO:

  1. «BERI
  2. C.F. TETT
  3. PRISC.
  4. ACERD. PUB
  5. UMINIS. CAP.
  6. / / / / / / / / / / / (due parole?)
  7. ELECT. A. SPEND
  8. ORDINE
  9. DD
  10.  

REFERTO DEL RINVENIMENTO
RISCONTRI
COMMENTI

IPOTESI DI INTEGRAZIONE DEL TESTO INCOMPLETO IN LINGUA LATINA

  1. LIBERI
  2. can
  3. Filiae
  4. TETTiae
  5. PRISCae
  6. sACERDoti
  7. PUBlicae
  8. nUMINIS
  9. CAPuae (ua: abl.)
  10. altaria/sacra (due parole) (arulam/sacrama)
  11. *ELECTrici
  12. Aulus
  13. suSPENDit
  14. ORDINE
  15. Domum (decreto)
  16. Dedit (Decuriamm)

TRADUZIONE FATTA SULL’IPOTESI DI TESTO INTEGRATO
Del dissoluto Caio alla figlia Tezzia Prisca sacerdotessa pubblica (meretrice?) del dio (di) (in) Capua il sacro altare *(che ha scelto) Aulo costruì per ordine e decreto dei Decurioni.