Considerazioni finali Stampa E-mail

La serie fotografica, relativa al culto di S. Martino riportata nella presente monografia, non è che piccola parte del materiale inviato da quasi tutta l’Europa e, ovviamente anche dall’Italia.
Nessuna meraviglia ci prende, quando, ritornando con la mente allo scorso anno, noi ripensiamo al tema del convegno internazionale sulla spiritualità della figura di Martino di Tours: il carattere universale della sua santità.
Questa nostra esperienza di ricercatore, modesto ma attento, alle peculiarità della vita di S. Martino di Tours, ci ha “costretto” a riconsiderare la personalità del Santo. Le testimonianze della sua venerazione in tutta Europa (e nel mondo, pensiamo!) ci hanno “costretto” ad aprire la nostra mente e ad accettare la sovrannazionalità del suo culto in ambito europeo.
Questa internazionalità è certamente dovuta anche al fatto che egli è stato uno dei primi grandi viaggiatori europei ed è divenuto figura “universale” per un suo gesto di carità verso l’uomo-umanità (il Consiglio dell’Europa ha eletto S. Martino personaggio europeo, simbolo della solidarietà, valore comune...). Dopo diciassette secoli quel gesto colpisce ancora il pensiero in modo dirompente, tanto da convincere il consiglio dell’Europa a ribadire e a stigmatizzare l’alto valore sociale delle sue opere di solidarietà e carità fatte durante la sua lunga vita e dalle istituzioni monacali da lui fondate in ogni parte d’Europa. Egli è stato uno dei primi grandi viaggiatori europei: prima per motivi di lavoro e professionali e successivamente per motivi di ordine religioso.
I suoi viaggi lo portarono da Szombathely (Ungheria) a Milano, Pavia, Roma, Albenga, Worms (Germania), Treves, Saragozza in Spagna... e in Francia, infine. Anche in Francia viaggiò moltissimo sia da monaco, che da abbate e vescovo. La sua spiritualità, la sua santità, lo fecero stimare, amare e venerare in tutta l’Europa. Nè tale venerazione si affievolì mai nei cristiani suoi contemporanei e il suo culto crebbe dopo la sua morte sull’onda dell’eco dei suoi miracoli in misura esponenziale.
In Francia vi sono 220 città e paesi che portano il suo nome e gli sono dedicati 3700 monumenti, più di 500 in Spagna, 700 in Italia, 350 in Ungheria e 12 cattedrali in tutta l’Europa. La chiesa più antica d’Inghilterra è sotto il suo titolo (a Canterbury) e un grande quartiere parigino porta il suo nome. Per più di mille anni è stato il patrono dei re di Francia e anche di altre famiglie reali europee, come quella dell’Ungheria. Il suo culto si estese in tutta l’Europa e nel mondo, ma specialmente in Francia, a partire da quell’anno 337, quando, di guarnigione ad Amiens, in Gallia, divise a metà il suo mantello per darne una parte ad un povero. Dopo più di 1600 anni le tracce del culto di S. Martino di Tours sono presenti sul piano materiale (storico e archeologico, culturale e artistico) come sul piano astratto (riti, miti, leggende, credenze o tradizioni).
La presenza di S. Martino di Tours è, ancora oggi, molto viva e radicata in alcune regioni della Germania, dell’Ungheria, della Slovenia, Spagna, Italia e Francia. Qui in modo molto più radicato e sentito nella regione di Tours: è considerato una figura storica e un eroe europeo della leggenda e del folclore. La sua festa, l’11 novembre, dà luogo ancora oggi a numerose manifestazioni tradizionali in molti paesi: mangiare l’oca, spillare il vino novello, fiere, sagre, spettacoli folcloristici e sfilate di bambini con oggetti tradizionali o dell’immaginario popolare. S. Martino morì, come abbiamo già detto, l’8 novembre del 397 a Candes e fu sepolto l’11 novembre a Tours. La sua memoria è impressa nelle menti dei suoi devoti, sparsi in tutta Europa, ancora oggi, dopo oltre 1600 anni.

 
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