1 – Cenni storici E’ un ballo propiziatorio molto diffuso e conosciuto in Abruzzo e in Campania . Originariamente poteva essere eseguito solo ed esclusivamente in festività particolari ( Calendimaggio , ecc.) e per i matrimoni . La sua corretta esecuzione e buona riuscita ha un significato importante , ossia è auspicio di prosperità , ricchezza e buona sorte ( il popolino crede che , se l’intreccio dei nastri non riesce bene , il matrimonio dei neo sposi fallisce ) . E’ perciò che ,se eseguito correttamente , i ballerini a fine ballo invitano i commensali a gioire “ . . . pichè lu pal è ariscit” . In questa danza le coppie danzano in cerchio intorno ad un palo , cui sono legati dei nastri colorati . Si balla al comando di un “maestro” o di un “capo” di danza , che impartisce gli ordini . Ogni ballerino impugna un nastro e sono gli uomini che su comando del “maestro” portano il laccio alle rispettive dame di ballo . Poi il “maestro” impartisce una serie di comandi che portano le coppie ad eseguire evoluzioni e “figure” intorno al palo , intrecciandovi il nastro in modo regolare e spettacolare . I nastri poi saranno successivamente sciolti sempre sotto comando del maestro di danza . Se i suoi ordini sono dettati tutti correttamente , al termine del ballo , tutti i nastri saranno sciolti e le coppie si ritroveranno nella loro posizione di partenza .
I comandi del “maestro” o “ capo” di danza sono: all’u pale ognuno piglia il proprio nastro arretè contrè e femmn a sott e l’uomn a cop danzè fermè contrè l’uomn a sott e femn a cop danzè fermè all’u pale lasciate i nastri arretè contrè salutè
2 – Connotati e caratteri del folklore nella danza Il Gruppo Fplk Casalba , che ha ripreso questo spettacolare momento della tradizione Campana delle danze popolari ha molto validamente innestato il “palo intrecciato” nel contesto delle manifestazioni folkloriche maceratesi , dando ad esse un maggiore spessore culturale . Anche l’effetto scenico dei colori sgargianti dei costumi delle danzatrici , privi , comunque , di ogni riferimento storico – etnico legato alla tradizione dei costumi maceratesi * , è eccezionale . Meno appariscenti i costumi dei giovani danzatori, ma pur sempre ad effetto . Questa danza popolare , senza alcun dubbio definibile “danza in tondo” , è una delle forme più antiche di danze popolari : la sua diffusione, in ogni contesto umano , ce ne fa supporre l’esistenza fino agli albori della civiltà umana e la “paletnologia” e l’archeologia ce lo hanno confermato . In Italia esso era ancora diffusissimo nel medioevo e , possiamo dire anche fino al rinascimento , presso tutte le classi sociali , ma specialmente nelle feste popolari (Paolo Toschi – “il folklore” – Universale STUDIUM EDITORE) .
* Ai costumi locali sarà rivolta la nostra attenzione , poichè abbiamo notizia , grazie all’amico Alfonso Stellato dell’esistenza di una “gouache” del XVII secolo , che ritrae una “donna in costume di Casalba” e che è recensita (senza descrizione) nel famoso catalogo “NAPOLI – FIRENZE E RITORNO". 1) Gruppo dei “danzatori” 2) Inizio danza |