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Note di Monsignor Antonio Chichierchia Stampa E-mail

La fama di santità del nostro amatissimo vescovo Stefano si era diffusa allorquando Abbate del S. Salvatore di Capua, era stimato e amato da tutti. Gioia ed esultanza furono dei nostri antenati quando  il 1º novembre del 979 fu ordinato vescovo di Caiazzo nella Cattedrale di Capua. Volato al cielo il 29 ottobre del 1023 la sua tomba divenne meta di pellegrini per chiedere grazie all’Altissimo per suo intercessione. Quando anche dalle diocesi vicine accorrevano fedeli non restavano delusi. Questa affluenza di popolo e i prodigi che avvenivano presso la tomba del Santo determinarono in Mons. Vincenzo Mazza, Vescovo di Caiazzo, originario di Salerno (1507-1520) nel 1512 a dare sepoltura più dignitosa alle spoglie del popolo e delle autorità locali, non avendo trovato il corpo del Santo e pensando ad un dono alla Diocesi di Capua si rivolse con fede e devozione alla Madonna delle Grazie si portò al Santuario a Lei dedicato nella preghiera e nella penitenza fu illuminato sul luogo ove giaceva il sepolcro del Santo. Era il 28 maggio 1512 che fu trovato il corpo del Vescovo Stefano intero ed incorrotto com’era? Alto di statura, con volto piuttosto lungo, posato supino rivestito con abiti liturgici, la Mitra sulla testa, la croce sul petto, l’anello al dito le mani incrociate sul petto, proprio come viene raffigurato da un affresco più antico che si trova nella Chiesa di S.Maria a Marciano, in Piana di Monte Verna. Il suono festoso delle campane diffuse l’evento ed il popolo intuì subito ed accorse per rendere omaggi al Santo Pastore.
Il Vescovo parlò al popolo con cuore e con commozione. Una processione fiaccolata si snodò per le vie della città di Caiazzo. Poi il corpo fu posto in una cappella preparata con pregiati marmi, di fronte alla tomba nei pressi dell’Altare.
La data esatta del ritrovamento del corpo di S. Stefano è il 28 maggio 1512, com’è inciso sulla lapide fissata sul sarcofago ritrovato l’11 gennaio 2007. Mons. Vincenzo Mazza portò il sarcofago che è stato ritrovato quasi a livello del pavimento: lungo 12 metri, largo cm 80. Non ci sono dubbi che quel sarcofago ha custodito per 490 anni il corpo di S.Stefano; lo attesta la preziosa lapide: DIVI STEPHANI CAPUT... IN ESUMATA... 1512 28 MAGGIO. Quindi non il 23 maggio come riportato da quanti hanno scritto, e notizie storiche su Caiazzo e la vita di S. Stefano. I presuli nel corso dei secoli, direi che hanno fatto a gara, per rendere sempre più bella e dignitosa la tomba del Santo. Il Vescovo Paolo Filomarino (1617-1623) il 7 novembre del 1618 fece l’esumazione delle reliquie di S.Stefano con atto notarile rogato dal Notaio Bernardino De Marco e le fece deporre nell’urna di cipresso. Dopo il canto dei vesperi e solenne processione fece deporre nel nuovo altare, nella cappella del lato sinistro dell’Altare Maggiore, lato del vangelo, dedicato alla SS. Trinità di fronte all’attuale cappella del Crocifisso oggi detta cappella dell’Addolorata.
A ricorso della traslazione, il Vescovo fece incidere sulla lapide, che attualmente si trova murata sul lato sinistro entrando in sacrestia. Il Vescovo Costantino Vigilante, (1727-1754) nell’ampliare la Cattedrale fece costruire a proprie spese l’attuale presbiterio ed ebbe cura, per la sua particolare devozione al suo santo predecessore, di erigere una cappella al Santo con un altare a doppia mensa, mentre il 7 febbraio 1752, delegato il suo vicario generale Mons. Giuseppe Maria Foschi, fece trasferire le reliquie del Santo sotto l’altare, dov’è attualmente. Il trasferimento è riportato nell’atto notarile firmato dal notaio Diodato Marocco. Durante la processione del 29 ottobre, sebbene la mal ferma salute Mons. Vigilante portava con fede e devozione sulle sue spalle il busto argenteo del Santo. Un altro presule che si distinse per l’amore e la devozione a S.Stefano fu Mons. Nicola Maria Di Girolamo (1922-1963) che dopo S.Stefano è stato l’episcopato più lungo. Ebbe a cuore il culto del Santo, celebrando il millenario della nascita di S.Stefano con un solenne congresso eucaristico. Fece la ricognizione delle reliquie del Santo e dopo depose due cassette nell’urna di bronzo dorato, dono di S. Santità Pio XI. Dal 1963 al 1978 la S. Sede nominò amministratore apostolico S. Eccellenza Mons. Tommaso Leonetti, Arcivescovo di Capua, con il quale la chiesa cominciò a preparare la celebrazione del millenario dell’ordinazione episcopale di S.Stefano: 1 novembre 979 – 1 novembre 1979.
Nel 1978 nominato il nuovo Vescovo di Caiazzo Mons. Angelo Campagna, salernitano, organizzò le celebrazioni millenarie con la venuta del Cardinale S. Eminenza Corrado Ursi, Arcivescovo di Napoli. L’attuale pastore Mons. Pietro Farina continua ad alimentare la devozione. Egli partecipa attivamente agli incontri del comitato che si occupa dei festeggiamenti in onore di S.Stefano e agli incontri dei Priori delle contrade e quartieri di Caiazzo, i quali si interessano della rievocazione e memoria della vita e dei miracoli di S.Stefano Menecillo, tracciando le linee guida. Con questo breve scritto ho voluto essenzialmente rimarcare come la devozione al Santo non sia mai venuta meno nel corso dei secoli, anzi il ritrovamento del sarcofago ne ha ulteriormente rafforzato il culto ed ha richiamato l’interesse non solo dei caiatini ma anche il grande pubblico grazie all’opera dei mass-media.

* Monsignor Antonio Chichierchia è il Rettore della cattedrale di Caiazzo ove sono custodite le spoglie di S. Stefano Menecillo

 
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