Appendice - Il lino Stampa E-mail

Linum usitatissimum

CENNI STORICI
Il lino, pianta tessile di grande valore, si coltiva da tempo antichissimo, tanto in Europa come in Asia e in Africa settentrionale. A testimoniare l’antichissimo uso dei tessili di lino basta ricordare che di essi sono avvolte le mummie egiziane più antiche e che di lino sono i campioni di arredi sacri tramandatici attraverso i secoli dai vari paesi del mondo, quello romano incluso.

Importanza economico – agraria.
Il lino si coltiva per due scopi: per la fibra (filaccia) che si ricava dai fusti e per l’olio che si ricava dal seme.
Fu molto in uso in epoca romana e in Capua (attuale S. Maria C.V.) vi fu una produzione consistente e di un certo pregio, tanto da essere utilizzato anche per i drappeggi in sepolcri e tombe di personaggi illustri.

Caratteri morfologici e botanici.
Il lino (Linum usitatissimum) è pianta erbacea della famiglia delle linacee. Ha radice fittonante e ben sviluppata; fusto sottile, eretto, alto dai 40 cm. ad 1 m., ramificato solo in alto nelle varietà da fibra, più ramificato in quelle da seme, corteccia fibrosa; foglie intere, sparse, lanceolate; i fiori sono terminali, sul fusto principale e sui rametti, solitari con 5 petali, di colore diverso (azzurro, turchino, bianco) a seconda delle varietà.
Il frutto è una capsula con 10 logge, aventi un seme ciascuna; il seme è ovale, appiattito, rossastro, rosso o bianco, ricco di olio.
Come residuo dell’estrazione dell’olio dal seme di lino, si ha un panello, eccellente alimento per il bestiame contenendo il 28-32% di proteina e il 9-14% di grasso. Il seme di lino ha anche applicazioni medicinali.

Le varietà.
Vi sono varietà di lino più adatte alla produzione della fibra, altre più adatte alla produzione dell’olio, mentre alcune varietà hanno la duplice attitudine, in quanto provengono da incroci fra varietà da fibra e varietà da olio.
Alcune varietà meglio si adattano a semine autunnali (lini d’inverno o vernenghi o ravagni), più indicate per i paesi meridionali, altre invece sono indicate per semine primaverili (lini marzuoli) specialmente convenienti per i paesi freddi.
Dei lini da seme ricordiamo il lino d’inverno, a fiore turchino, adatto solo per coltivazioni meridionali, rustico, a steli corti, robusti, ramificati.

Esigenze del lino rispetto al clima.
Il clima più adatto per la coltivazione del lino da fibra è il temperato – umido, nebbioso, con atmosfera calma (si tenga presente il clima delle Fiandre, ove si ottengono i lini migliori). Infatti le fibre migliori si hanno quando la primavera è umida e fresca.
Per il lino da seme invece è più indicato il clima caldo, purchè non difetti l’umidità naturale o artificiale.

Il capitolo relativo alle fibre tessili in uso in epoca romana, è stato da noi riportato per suffragare la tesi, da noi sempre sostenuta sull’etimologia del nome di Macerata. In ogni caso le notizie del capitolo sulle fibre tessili saranno più ampliamente trattate (e documentate) in un testo di prossima pubblicazione sulle attività economiche e sociali della nostra Macerata a partire dalle origini.

 
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