Parte Seconda - Testimonianze Osche Stampa E-mail

Delle numerose iscrizioni in lingua osca, o anche bilingue, rinvenute in Campania, seguirà una selezione che riguarderà i reperti rinvenuti solo nel territorio della piana del Volturno e, specificatamente, nell’area della Capua Antica (S.Maria C.V.) e delle aree limitrofe.
In questo capitolo riporteremo anche alcuni verbali di rinvenimenti e gli originali con epigrafi in lingua osca, le loro ricostruzioni ed interpretazioni, le traduzioni in lingua latina e da questa in lingua italiana.
Poiché le nostre intenzioni non sono quelle di fare un saggio o un trattato sulla lingua osca tantomeno sulle altre lingue indo-europee italiche (etrusco, sbellico umbro o messopico), ci limiteremo ad evidenziare le varie scoperte, fatte nel nostro territorio limitandoci a semplici commenti di appassionato ricercatore e non di dotto linguista, anche se lo studio della paleografia e della ricerca filologica ci affascina e ci spinge verso studi più profondi e utili al conseguimento di relativi titoli accademici (malgrado la nostra età).
Noi, comunque, riteniamo che con questo modesto saggio sulla presenza della cultura osca nell’area sud-orientale48 riusciremo a dare un sufficiente contributo al conseguimento dell’obbiettivo principale che ci siamo proposti: certificare la presenza di <<cultura osca>> in territorio maceratese e la conseguente giustificata presenza di etimi osci in alcune forme dialettali maceratesi.
Non saranno molti gli esempi di decifrazione delle paleoscritture che daremo, fra le varie migliaia rinvenute in tutta Italia e poche anche rispetto alle centinaia di iscrizioni campane.
Possono tuttavia fornire indicazioni di un certo rilievo se appena si è disposti a riconoscere  rigore logico e serietà di impegno per la soluzione di un problema (l’osco a Macerata) laddove la scienza ufficiale non ha mai ritenuto valide di maggiore attenzione queste testimonianze di cultura osca in area maceratese.

 

AREA SUD ORIENTALE
CURTI – MACERATA – PORTICO
RECALE – CAPODRISE – MARCIANISE

Testimonianze archeologiche delle lingue Osca e Sannita nel territorio comunale di MACERATA CAMPANIA e CURTI

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Le numerose necropoli che circondano Capua Antica costituiscono le testimonianze più importanti per la definizione e la comprensione della storia dell’Ager Campanus in genere e della civiltà osca in particolare.
Nelle vicinanze dell’odierna S.Maria C.V., in specie lungo le direttrici cardo maximus49 e il decumano maior, che dividevano l’antica Capua rispettivamente nel senso nord-sud ed ovest-est, secondo la “centuratio romana”, si trovano le più antiche tombe e necropoli che si conoscono, appartenenti ad ogni tipo di classe sociale della Capua osca.
In molte di queste tombe50 sono stati rinvenuti vasi di bronzo con figure, prodotto dell’artigianato osco capuano, che contenevano le ceneri dei morti.
Di queste tombe con vaso di bronzo come urna cineraria, non molto lussuose, ne sono state rinvenute molte verso nord e diverse di esse sono state chiaramente definite osche da valenti studiosi per la presenza di graffiti di lingua osca e della costante dei caratteri51 di manifattura capuana.
Nella zona ovest e sud52 di Capua Antica, si sono trovate e si trovano tombe, posizionate da est a ovest oppure da nord-est a sud-ovest, di tufo, lunghe chiuse con lastroni pure di tufo con arredi modesti. Queste tombe, per la semplificazione della costruzione e per la modestia del contenuto e per la allocazione (a sud e sud-ovest di Capua/S.Maria C.V.) mostrano di appartenere a persone defunte di un ceto sociale popolare, di cultura osca.
Nell’elenco sistematico, ma non critico, relativo all’area archeologica sud-orientale, abbiamo riportato una serie di epigrafi in lingua osca reperite solo nel territorio dei comuni di Macerata e Curti, e non degli altri, perché riteniamo che ssi abbiano avuto le stesse esperienze storico-culturali, per la loro posizione geografica rispetto a Capua Antica.

Abbiamo diviso l’elenco in due gruppi di epigrafi storicamente e scientificamente certe:

  • Gruppo Macerata;
  • Gruppo Curti53;
  • Gruppo S. Maria C. V.54.

 

RELAZIONE TERZA

<<S.Maria C.V. 6 settembre 1868. Non è passato giorno da mio uffizio del 16 del p.p. agosto che nello scovo del sig.Morelli si fossero scoverte due o tre tombe di tufo, senza contare quelle di tegoloni.
Talune già frugate.In altre si è trovato un numero determinato dei soliti vasellini insignificanti di creta e vasi identico come per misure somministrati. Vi sono altresì  rinvenute parecchi vasi figurati di creta capuana, come lancelle a tre manichi, urne ed altro, ma di cattivo stile e disegno, perciocché giudicavo ozioso qualunque relazione. Solo il giorno 4 stante in una tomba acuminata furono trovati alcuni oggetti i quali avendo qualche importanza, mi affretto perciò descriverli qui appresso a Vs. S. Ill/ma.
Una lancella di creta di Nola, alta cm 34. Dalla parte nobile un guerriero che combatte con centauro con la lancia immersa nel corpo di esso, dalla cui ferita vedesi sgorgare del sangue e due <<greche>> leggende. Dal lato opposto una figura di pugilatore. Altra lenvella di creta simile con un manico staccato alta cent.32. Dalla parte nobile un guerriero armato di elmo, scudo e lancia in atto di marciare con greca leggenda di prospetto allo stesso. Dal lato opposto una figura di donna ammantata. Un’urnetta anche di creta di Nola alta cent. 12 con un satita in atto spaventato per ciascun lato. Un tre manichi di creta simile alto cent. 30 con figure; cioè un vecchio con tirso nella mano sinistra in mezzo a due donne, con la testa rivolta a quella che gli sta a dritta.
Ed un piccolo vetro greco a forma di anfora alto cent. 7 con ornati di giallo e bianco sul solito fondo blu. Ausiello>>

Considerazioni: Siamo sempre nella stessa zona: ad ovest della Cappella Madonna delle Grazie, località <<alli chingari>>??. Forse ci sono attinenze con quanto verbalizzato nel 1754 dal redattore anonimo(?) del manoscritto b/473, riportato nelle pagine precedenti.

 

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48 Gli addetti ai lavori sanno che l’area archeologica sud-orientale corrisponde ai territori dei comuni di Curti, S.Andrea de Lagni, Macerata (con la frazione di Casalba e Caturano), Portico (con la frazione Musicale), Recale, capodrise, Marcianise.
49 Erano le direttrici (Nord-Sud e Est-Ovest) utilizzate dai Romani per la divisione topografica dei loro territori.
50 La forma singolare di queste tombe contenenti i vasi di bronzo come urne cinerarie, è un cubo di tufo dentro il quale venivano inseriti anche altri vasi di terracotta oltre l’urna cinerari,in bronzo (vedi foto in Papasso 5)
51 Altra costante, tranne due occasioni, è la mancanza del nome dei defunti
52 Vedi manoscritto b/473
53 Numerosissime, ma non tutte, quelle relative alla località Patturelli perché riteniamo interessante dal punto di vista della vicinanza di queste località con il territorio maceratese.
54 Quest’ultimo gruppo comprende solo due epigrafi che a noi sono sembrate più di pertinenza dell’area sud-orientale (Curti-Macerata) ne riportiamo sono una indicata come “ Relazione Terza”.

 
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